mercoledì 14 febbraio 2018

M’incazzo o dimentico?


Sembra proprio che il sistema di vita globale faccia di tutto per renderci sempre più fragili e nevrotici. Da una parte, ci umilia e disumanizza convincendoci che il denaro sia misura di tutte le cose; incrementando ingiustizia, disparità sociali e conflitti; favorendo l’ascesa a tutti i livelli del potere di corrotti e mediocri; alimentando in modo schizofrenico culto dell’individuo e paure collettive. Dall’altra ci spinge a non tollerare nessuna forma di confronto o frustrazione: il disagio non è mai accettabile, l’appagamento deve essere immediato. Il risultato è che i farmaci più venduti sono antidolorifici, ansiolitici, antidepressivi, sonniferi. In quest’operazione, l’attività assai lucrosa, delle multinazionali farmaceutiche è gagliardamente spalleggiata da quella delle corporazioni che sfornano a getto continuo costosi balocchi come balsami lenitivi, e dell’industria dell’intrattenimento, che vorrebbe colonizzare la nostra mente ventiquattro ore al giorno.  Dolenti, rancorosi e intossicati, siamo sballottati tra l’istinto di prendercela con qualcuno e il desiderio di dimenticare ogni cosa.  Varrebbe la pena di riflettere sul fatto che se il mercato della droga continua a prosperare è perché esiste una crescente domanda che alimenta una straripante offerta. Se le  cose stanno così, forse, non siamo solo vittime di un sistema guasto, ma anche di noi stessi.