Sembra proprio che il sistema di vita globale faccia di
tutto per renderci sempre più fragili e nevrotici. Da una parte, ci umilia e
disumanizza convincendoci che il denaro sia misura di tutte le cose;
incrementando ingiustizia, disparità sociali e conflitti; favorendo l’ascesa a
tutti i livelli del potere di corrotti e mediocri; alimentando in modo
schizofrenico culto dell’individuo e paure collettive. Dall’altra ci spinge a
non tollerare nessuna forma di confronto o frustrazione: il disagio non è mai
accettabile, l’appagamento deve essere immediato. Il risultato è che i farmaci
più venduti sono antidolorifici, ansiolitici, antidepressivi, sonniferi. In
quest’operazione, l’attività assai lucrosa, delle multinazionali farmaceutiche
è gagliardamente spalleggiata da quella delle corporazioni che sfornano a getto
continuo costosi balocchi come balsami lenitivi, e dell’industria
dell’intrattenimento, che vorrebbe colonizzare la nostra mente ventiquattro ore
al giorno. Dolenti, rancorosi e
intossicati, siamo sballottati tra l’istinto di prendercela con qualcuno e il
desiderio di dimenticare ogni cosa.
Varrebbe la pena di riflettere sul fatto che se il mercato della droga
continua a prosperare è perché esiste una crescente domanda che alimenta una
straripante offerta. Se le cose stanno
così, forse, non siamo solo vittime di un sistema guasto, ma anche di noi
stessi.