Accettare in modo acritico
le leggi economiche dettate dal dio Mercato - il denaro è misura di tutte le
cose, il profitto è un valore assoluto, possesso e consumo sono le massime
gratificazioni possibili - perché ritenute ineluttabili, fa sì che ricchezza e
potere continuino a concentrarsi sempre più nelle mani di pochi e che si
moltiplichi, anche nei cosiddetti “paesi sviluppati”, il numero di persone
povere e senza speranza. Molti di noi possono non sentirsi coinvolti in modo
diretto in questo processo, tuttavia, esiste un effetto collaterale del
liberismo esasperato che, egoisticamente, dovrebbe preoccuparci tutti.
Difendere quella che, in realtà, è soltanto la versione moderna di una feroce
legge ancestrale - il predominio del più forte – continua a diffondere e
rafforzare una realtà amorale, ingiusta e di basso livello umano. Questa
condizione avvelena oggi la vita di ognuno di noi - aumentando paure,
intolleranze e conflitti - e la renderà ancora più miserabile per le nuove
generazioni, a prescindere dal reddito. In fondo, c’è un’analogia con il rozzo
e demenziale schema di pensiero che s’impone negli USA, alimentato dalla lobby
delle armi e dal mito del selvaggio west. Poiché pazzi e criminali sono armati,
per difendersi dalle stragi che avvengono con regolarità in scuole, luoghi di
culto e spazi pubblici anche insegnanti, preti, fedeli e cittadini tutti, dovrebbero
esserlo. Come (non) ci hanno insegnato le dittature, uniformarsi ai modelli
dominanti non rende necessariamente più felici, non è sempre indice di salute
mentale e, spesso, non è un bene neppure per la collettività. Forse, per cominciare a costruire un futuro da umani più evoluti, sarebbe
ora di ammettere che, molte volte, pensieri e stili di vita comuni sono soprattutto
follie condivise.
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